La donna deve stare…nel suo sindacato!

Questa è la traduzione/adattamento in italiano di un articolo scritto anni fa sulla mia esperienza personale nell’IWW, cosa mi ha dato in questo grande sindacato e perché penso che sia importante per me, come donna, esserne parte. Tu che leggi queste righe, spero che qualsiasi sia la tua esperienza, storia personale, genere, etc, possa trovarci qualcosa che ti dia forza e ispirazione, e che accenda in te la scintilla del sindacalismo rivoluzionario.

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La donna deve stare nel suo sindacato…per sfidare il patriarcato!

In tutto il mondo, è ancora abbastanza comune che bambine e ragazze siano educate fin da piccole a essere “brave ragazze”. Essere carine. Essere dolci. Essere un po’ timide e modeste. Essere educate. Essere compiacenti! L’opposto di tutto questo è “cattiva”, “disobbediente”, o anche peggio.

Nonostante mi sia iscritta all’IWW fin dall’inizio, è solo dopo qualche anno che ho cominciato a partecipare nel sindacato, sia nella mia sezione che nel paese in cui vivevo allora. Questo cambiamento è avvenuto grazie a un’esperienza personale sul posto di lavoro. Anni fa lavoravo per una piccola associazione non-profit, in cui ho vissuto una delle esperienze lavorative peggiori della mia vita. A capo dell’associazione c’era una persona prepotente che, avendo fondato e diretto l’associazione per anni, si comportava come se ne fosse il Leader Supremo. In quel posto ho avuto un sacco di problemi su cose che sono diritti basilari in quel paese, come avere un contratto scritto. Dopo un po’ ho deciso di affrontare questa persona e ho fatto un reclamo formale, con l’aiuto di un Wobbly della sezione a cui ero iscritta. L’esperienza è stata pesantissima, per me resa anche più difficile dal fatto che questa persona, come me, era donna, e si identificava come una persona politicamente progressista e di sinistra, e in più, come appartenente a una comunità oppressa. Nonostante le notti insonni e lo stress, ho comunque deciso di andare fino in fondo e combattere. Non era la prima volta in vita mia, ma è sicuramente stata la prima volta che l’ho fatto in modo conscio e politico. Ho preso la decisione conscia che non avrei subito in silenzio le prepotenze di questa persona, ma che, al contrario, avrei combattuto per i miei diritti e l’avrei fatto a testa e voce alta, da Wobbly, da donna, e da essere umano.

Questa storia ha avuto un impatto fondamentale sulla mia partecipazione nel sindacato. Mi ha fatto realizzare di persona cosa significa essere parte di un sindacato radicale, dal basso, che ti dà la confidenza e la forza di alzare la testa e COMBATTERE! Credo che questo sia rilevante per ogni essere umano che sta leggendo, ma, in particolare, lo è stato per me in quel momento, perché anche sono stata una di quelle bambine cresciuta in una società che da me si aspettava che facessi “la brava”, senza causare problemi, zitta e buona.

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Una donna deve stare nel suo sindacato…per imparare a prendere parola e spazio e poi sostenere altre persone nello stesso percorso!

Aver fatto l’esperienza di un reclamo formale sul posto di lavoro mi ha dato molto. Da un lato, mi ha dato la conoscenza pratica di come funziona un reclamo formale, come lo si scrive, quali sono i processi, etc. Dall’altro lato, avendo fatto quest’esperienza ho sentito sulla pelle l’impatto emotivo che hanno i problemi di lavoro nella vita personale. Appena finito l’incubo in quel posto, la prima cosa che ho fatto è stata completare la formazione IWW per diventare Rappresentante Sindacale, in modo da poter supportare altre persone nella stessa situazione in cui mi ero trovata io. Ancora una volta, ho deciso di zittire le voci patriarcali nella mia testa che mi dicevano di lasciar stare e rimettermi sulla “buona strada”, e ho preso la decisione, conscia, di continuare a essere una Cattiva Ragazza. E non solo: ho deciso che la mia missione sarebbe diventata di dare ad altre persone il supporto e la forza che era stata data a me. Altro che distribuzione di pane e pesci: nell’IWW distribuiamo la fiammella del sindacalismo rivoluzionario!

Allora non sapevo che il Cammino Wobbly per me era appena iniziato! Dopo aver finito la formazione, ho continuato a farne altre, e sono diventata io stessa formatrice. Fino a qualche tempo prima, se mi avessero detto che mi sarei trovata in mezzo a piazze, centri sociali, posti di ogni tipo, a gestire laboratori e corsi di fronte a decine di persone, avrei davvero riso TANTO. “Impossibile”, avrei pensato. Le voci patriarcali nella mia testa mi dicevano che non ce l’avrei mai potuta fare. Quelle lì non sapevano di che pasta sono fatta e, soprattutto, non sapevano che una volta accesa nel cuore la scintilla del sindacalismo rivoluzionario, non c’è più niente che possa fermarti!

Katie Phar, junior Wobbly e cantante per l’IWW, in posa con il gagliardetto dell’IWW.

Una donna deve stare nel suo sindacato…per trovare il suo posto nella lotta!

Eccomi qua, dopo vari anni di partecipazione attiva nell’IWW, che mi ha portato, insieme ad altre persone, a fondare una sezione qui in Italia. Tanti anni fa mi sono iscritta all’IWW perché mi piaceva l’idea di un sindacato radicale, dal basso. Tuttavia, ci ho messo un po’ di tempo a trovare la mia “nicchia”, a capire quali erano le mie lotte che volevo portare avanti all’interno del sindacato. Nel paese in cui vivevo in precedenza, ho avuto tanti ruoli, prima nella mia sezione, poi a livello nazionale e, infine, internazionale. Ho tenuto laboratori, corsi, organizzato eventi, scritto e tradotto articoli, partecipato a incontri nazionali e internazionali. Altro che “brava ragazza”!!

Uno dei principi fondamentali su cui si fonda l’IWW è che si è sempre proclamato, fin dalla nascita, One Big Union for all workers: un Unico Grande Sindacato per tutte le persone che lavorano, per l’intera classe lavoratrice. Nessuna distinzione di genere, etnia, colore della pelle, nazionalità, o altro. Tra le persone che lo hanno fondato nel 1905, c’erano alcune tra le donne più “esplosive” nella storia dell’IWW e, in generale, nella storia del sindacalismo rivoluzionario; donne che mi hanno completamente folgorato quando le ho scoperte sul Cammino Wobbly. Ve ne parlerò in altre occasioni, ora finisco semplicemente con l’augurio di un l8 marzo spettacolare e scintillante, in qualsiasi modo lo lotterete.

Vi si è accesa la scintilla del sindacalismo rivoluzionario?

Iscrivetevi all’IWW qui.

Donne, Ragazze e Bambine dell’IWW allo Sciopero del Pane e Rose nel 1912. Una di loro ha in mano Solidarity, storico giornale dell’IWW.

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